N. 7 Il Sé
della vita che va avanti e le Parti Piccole.
Un bambino
infelice può entrare e uscire dalla propria infelicità e in certe situazioni a
lui congeniali può trovare la concentrazione necessaria per svolgere delle
attività, proprio come gli altri bambini. Le emozioni provocate dalle brutte
esperienze sono temporaneamente archiviate e può vivere momenti di gioia e di
soddisfazione. In questo modo il bambino può crescere, diventare adulto e
prendere la sua strada come se nulla fosse successo, in apparenza.
Dalla scuola
media si passa al liceo, poi anche all’università oppure si trova lavoro. Si
fanno delle amicizie e si coltivano degli hobby. Ci si innamora e si mette su
famiglia. Il Sé della vita che va avanti fa una vita normale e a volte anche di
successo. Può godere di una buona reputazione.
Il Sé della
vita di oggi ha l’età anagrafica della persona. Ha una propria morale e dei propri
gusti. Ha appreso tante cose dall’esperienza e si relaziona abbastanza bene con
gli altri. Sa essere protettivo con chi è in difficoltà, sa essere accudente,
sa contenere le emozioni forti e sembrare calmo.
Il Sé della
vita di oggi è stato considerato da molti studiosi come un Falso Sé, perché
dietro la sua adeguatezza apparente nasconde emozioni, pensieri e azioni di
opposta natura. Io dire più che dietro, a fianco. Immagino il Sé della vita di
oggi avanti, ma solo di un passo, mentre alla sua destra e alla sua sinistra si
scherano le altre parti, più piccole. Il Sé della vita di oggi si adopera nella
costruzione di una vita dignitosa e soddisfacente, adeguata alle richieste dell’ambiente.
Le altre parti, in latere, si esprimono in modi che appaiono inopportuni al
contesto, fuori luogo e incoerenti con il carattere del Sé della vita di oggi.
Quest’ultimo
è quello in cui ci identifichiamo e su cui basiamo la nostra autostima, sino a
che uno psicologo non ci dice che invece è il nostro Falso Sé.
In effetti
qualche dubbio lo avevamo avuto. Perché certe cose che abbiamo detto senza
trattenerci, certe cose che abbiamo fatte un attimo prima di pentircene
amaramente, veramente non ci appartengono, non le riconosciamo come nostre e ci
fa fatica assumercene la responsabilità, anche se poi siamo costretti a farlo!
Sembra che
una Penelope nascosta si impegni con perizia a smontare ordito e trama
pazientemente intessuti. Molti parlano di un sabotatore interno oppure di una
tendenza autodistruttiva che sopravviene quando meno ce lo si aspetta.
Janina
Fisher direbbe invece che i responsabili di questi comportamenti non siamo Noi,
piuttosto lo sono le cosiddette “parti piccole” connesse ai traumi infantili oppure
quelle che le vogliono proteggere, anch’esse piccole ma un po’ meno. E sempre
Janina Fisher si opporrebbe all’idea di Falso Sé per sostenere con fierezza
ch’esso è invece quanto di più autentico siamo, il prodotto di una vita intera:
un Sé adulto capace e volenteroso che ha un solo limite, quello di venire
triggerato da eventi occasionali e di fondersi come burro al sole nelle parti
piccole che si attivano in automatico. Le parti sequestrano il Sé e,
condividendone lo stesso corpo, vengono scambiate facilmente per la persona intera,
piuttosto che per una sua piccola parte triggerata.
In inglese
trigger vuol dire grilletto. Io invece immagino un classico interruttore da
parete, di quelli all’entrata della stanza e che accendono con una leggera
pressione del dito il grande lampadario al soffitto. Con un clic la parte si
accende e il Sé della vita di oggi si perde come un ago nel pagliaio.
Ma cosa sono
queste “parti piccole”?
Ricordate i
bambini dietro le saracinesche. Sono proprio loro. Lì e allora. Che reagiscono
come reagivano al momento drammatico del trauma, per difendersene.
Ciò che
credevamo di essere si fonde quindi nella loro di personalità, che non tiene
più conto di ciò che realmente ci interessa e si appropria della nostra
volontà. Ma nessun giudice ci considererà mai incapaci di intendere e di volere
come dei piccoli ragazzini impauriti oppure arrabbiati, sottomessi, in fuga oppure
sotto shock. E noi dovremo nostro malgrado accettare le conseguenze delle
nostre azioni. In effetti siamo noi e nello stesso tempo non siamo noi…alla
fine possiamo sentirci confusi e non sapere più bene chi siamo in realtà, e se
ci basiamo su queste azioni impulsive forse non piacciamo neanche tanto a noi
stessi.
Ad un certo
momento ciò che l’interruttore ha acceso piano piano si spegne e torna al
comando il Sé della vita di oggi.
Il Sé della
vita di oggi può essere anche una montatura, ma è sempre frutto della nostra
creatività. Rispecchia più di chiunque i nostri valori interiori ed è il risultato
del nostro migliore adattamento alla vita che abbiamo vissuto. È flessibile.
Può modificarsi all’occorrenza, non smette mai di imparare. Ha i punti per
governare e se reso consapevole può dare una svolta alla vita e scoprire di non
essere condannato a fondersi con le parti piccole, ma di poter conservare una
sua autonomia. Anzi può entrare in contatto con esse e integrarle. Il Sé della
vita di oggi è il miglior alleato dello Psicoterapeuta. È colui che ci va in
psicoterapia e che può contribuire alla sua riuscita.
Le parti
piccole della personalità, possono essere cautamente liberate e riconosciute. In
che modo? Prima di tutto facendo amicizia con loro, dice Janina Fisher. Il mio
maestro Edoardo Giusti ci diceva che la psicoterapia è arte dentro un perimetro
scientifico. Il modo in cui gli elettrodi (dell’allegro chirurgo) entrano nelle
diverse parti del sistema nervoso per riattivarlo è quello dell’arte e del
gioco, inventati entrambe dallo stesso sistema nervoso umano e di cui si hanno
tracce importantissime anche tra gli uomini preistorici e in tutte le culture
della terra. L’arte, il gioco e il sogno aggiungerei. Attraverso
l’immaginazione è possibile raggiungere i bambini abusati, abbandonati, smarriti…penso
al mio libro preferito nell’infanzia, Peter Pan che non è altri che un
ragazzino abbandonato dai suoi genitori, che non può crescere, sebbene possa
volare, e che per tutta la sua eterna vita deve combattere un nemico cattivo,
un adulto vendicativo che lo vuole morto. Peter pan non è solo, ma con lui ci
sono tanti bambini smarriti che non cresceranno mai.
Lo
Psicoterapeuta è come un Medium che aiuta il Sé della vita di oggi a
riconoscere le parti piccole misconosciute, a de fondersi da
esse, a prendersene cura per poterle integrare. Così avviene lentamente l’integrazione
tra parti che prima passavano dalla disconnessione totale alla fusione estrema.
Il timone passa nelle mani del Sé della vita di oggi che finalmente adulto sa
fare molto ma, molto meglio degli adulti di un tempo, anche grazie al supporto
dello psicoterapeuta.
La
psicoterapia può rappresentare dunque una macchina del tempo formidabile che
conduce l’adulto alla ricerca dei suoi bambini interiori rimasti intrappolati
dietro le saracinesche, per salvarli definitivamente e amarli come ogni bambino
merita.