Psicologa, psicoterapeuta, esperta in sostegno alla genitorialità, Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale per i Minorenni di Roma e del Tribunale Civile di Roma.
La famiglia, oltre la scuola e gli insegnanti, è protagonista, insieme all'adolescente, del processo evolutivo
equilibrato dello stesso.
Nel periodo
adolescenziale il sistema familiare è mosso da due forze antagoniste: una forza spinge verso l'esterno,
promovendo l'autonomia, l'indipendenza e la differenziazione dei singoli membri, un'altra muove verso l'interno
in direzione dell'appartenenza e del rafforzamento dei legami di dipendenza. Il processo di separazione
interessa entrambi i versanti, riguarda cioè non solo l'adolescente, ma anche i genitori: anch'essi
infatti devono separarsi dai figli, accettare che diventino adulti e aiutarli
nel loro processo di emancipazione. Inoltre,
il modo con cui i genitori vivono questo distacco è destinato ad avere effetti
rilevanti sul processo di crescita e di autonomia dei figli stessi. La qualità delle relazioni familiari è cruciale
nel determinare la competenza e la
fiducia con cui gli adolescenti affrontano il periodo di transizione dall'infanzia all'età adulta. Secondo alcuni pedagogisti l'atteggiamento più
adeguato dei genitori per far fronte all'adolescenza dei figli è quello di
protezione flessibile, ovvero
favorire l'autonomia consentendo di "far ritorno" nel nucleo familiare per confrontarsi, per elaborare le
esperienze e per ricevere dai genitori delle indicazioni valide che lo aiuteranno nelle scelte future. Il conflitto tra genitori e figli è un aspetto del
confronto delle proprie idee con quelle
altrui. È infatti attraverso il conflitto, che spesso non verte su questioni fondamentali, bensì su aspetti meno rilevanti,
quali il modo di vestirsi, le attività
del tempo libero, lo studio, gli orari di rientro, che l'adolescente ha la
possibilità di esercitare alcune
fondamentali abilità sociali,quali la capacità di comunicazione, l'ascolto, la negoziazione di punti
di vista differenti e le diverse strategie di risoluzione.
Il conflitto, se ben espresso
e non sminuito, ha un ruolo costruttivo nell'evoluzione dell'adolescente, è un'occasione di
paragone e di crescita che non esclude affatto la presenza di stima e
affetto reciproco, anzi ne valorizza la coesistenza e l'interdipendenza.
Diversamente,
nelle famiglie in cui sono presenti gravi forme di disagio si riscontrano più frequentemente svantaggio economico, basso livello
di istruzione dei genitori, disoccupazione
o occupazione precaria dei genitori, isolamento relazionale nel
contesto urbano della famiglia, coppia genitoriale conflittuale, assenza o carenza del ruolo educativo e
normativo da parte dei genitori, comunicazione
violenta o incoerente o ambivalente di uno o di entrambi i genitori nei confronti dei figli. È bene evidenziare che non è la presenza di una o
di alcune di queste caratteristiche a determinare il disagio
dell'adolescente, quanto piuttosto la copresenza di pesanti fattori di rischio
sia personali che ambientali, quali ad esempio il grado di relazioni goduto dal
giovane, il suo isolamento affettivo, la sua solitudine, il rapporto tra aspettative e risposte ottenute in famiglia, a
scuola, nel quartiere.
II punto di vista del genitore
Lo
stile genitoriale che meglio soddisfa le esigenze di crescita dell'individuo è quello autorevole, viene distinto da quello autoritario e
da quello lassista.
Stile autoritario: viene
scoraggiato il tentativo del figlio di comprendere le ragioni delle richieste
dei genitori, sono frequenti minacce o punizioni, con il risultato di formare o un individuo intimidito o un
individuo ribelle.
Stile lassista o permissivo: viene permesso che il bambino faccia e abbia tutto
quello che desidera, a patto che non crei fastidio ai genitori. Attraverso
questo modello, in cui non si presta attenzione a
fornire principi e figure di riferimento, si educa il soggetto
all'insicurezza, all'ansia e/o all'incompetenza nell' affontare
l'ambiente.
Stile
autorevole: i genitori autorevoli sono presenti nella
vita del figlio, hanno capacità comunicative verbali e non verbali
per trasmettere sicurezza e approvazione e nutrono nel figlio aspettative
realistiche che questo può sicuramente soddisfare.
Questi genitori accettano il proprio ruolo di autorità e per questo richiedono,
e vogliono che si rispettino, norme e limiti. Tuttavia il loro potenziale formativo è proprio nel fatto di spiegare
«continuamente le ragioni sottese alle
proprie richieste».
Stile autorevole si compone
di quattro dimensioni: il controllo, la comunicazione, le richieste di maturazione e la qualità delle cure.
SI
Monitorare attività e relazioni del giovane
Comunicare le proprie richieste in maniera
motivata, “ti chiedo di rientrare alle 23 affinchè tu possa stare
con i tuoi amici e allo stesso tempo tu possa dormire a sufficienza per non
avere sonno domani”.
Chiedere adeguatamente di rispettare le
regole, specificare che vi saranno conseguenze se si trasgredirà
Mostrare comportamenti affettuosi e di
vicinanza psicologica
NO
Gestire in modo invadente e manipolativo
attività e relazioni del giovane, in base a propri gusti o interessi
Dare punizioni o restrizioni immotivate, “
oggi ho deciso che non esci con i tuoi amici, è così e basta!”
Permettere trasgressioni a regole e norme
Svalorizzare espressione di emozioni, “
non piangere, sembri un bambino!”
Inibire la curiosità a causa di timori
propri